Così il dottor Matteo Bertelli rilancia la ricerca attorno alle molecole naturali
Neppure il tempo di incamerare la novità per cui tre persone paralizzate sono tornate a camminare grazie ad una nuova tecnologia che subito la scienza batte un altro colpo, consentendo ai topi paralizzati, questa volta, di tornare a muovere gli arti. Ma la tecnologia usata è diversa a seconda dei casi. Se per gli esseri umani si è trattato di una stimolazione mediante elettrodi a mezzo impianto, per i topi, invece, si parla di un vero e proprio impianto 3d. Qualcosa creato attraverso l’utilizzo di cellule umane. E i risultati, stando ai numeri ripercorsi dall’Ansa, sembrano entusiasmanti: solo due topi su dieci non hanno riacquisito l’abilità persa. Il tutto è stato messo a punto dall’Università di Tel Aviv che ora annuncia, come riportato sempre dalla fonte sopracitata, di essere sul procinto di ragionare su esperimenti che coinvolgano donne e uomini. Non un impianto esterno, quindi, ma qualcosa di collocato internamente che ha, almeno per i topi, sostanzialmente riattivato le aree nervose preposte al movimento degli arti. Si parla, in sintesi, di qualche anno necessario per poter arrivare alla sperimentazione sugli esseri umani. Questo potrebbe, il condizionale è d’obbligo, consentire di mettere a punto un sistema capace di produrre impianti personalizzati. Il che sarà necessario anche per impedire eventuali rigetti. Insomma, in pochi giorni il mondo scientifico è stato in grado di produrre due risultati entusiasmanti che infondono speranza in coloro che sono rimasti paralizzati. Gli studi, è bene sottolinearlo, sono diversi – quello di Losanna e quello di Tel Aviv – ma tutto suggerisce come nuove ed importanti soluzioni e risultati possano scaturire dallo sforzo che la comunità scientifica sta operando. Chi, soltanto pochi anni fa, si sarebbe mai immaginato che la progressione scientifica potesse regalare questo genere di speranze alle persone rimaste paralizzate? Quanto impiantato sui topi a Tel Aviv, a ben vedere, deve ancora dimostrare di poter essere utile per gli esseri umani. E questo a differenza di quanto accaduto a Losanna, dove tre persone sono effettivamente riuscite a camminare di nuovo grazia all’impianto ed agli elettrodi. C’è, tra quei tre, anche chi è persino tornato a nuotare. Che gli impianti 3d sviluppati attraverso cellule umane possano funzionare pure sulle persone è ancora da verificare ma, considerando la velocità con cui il mondo scientifico sta procedendo nella sua evoluzione, diviene abbastanza semplice essere ottimisti o comunque confidare nel meglio. La pubblicazione scientifica degli studiosi di Tel Aviv è stata pubblicata su Advanced Sciences.