Così il dottor Matteo Bertelli rilancia la ricerca attorno alle molecole naturali
Una delle notizie più belle del mese e mezzo che abbiamo alle spalle e, con buone probabilità, anche dell’intero 2022: alcune persone rimaste paralizzate sono riuscite a muovere le gambe, persino a camminare, grazie alla stimolazione sul midollo procurata da elettrodi presenti in degli impianti. La notizia, com’era naturale che fosse, è rimbalzata di media in media, stupendo il grande pubblico ma anche il mondo della scienza. Per ora la novità ha coinvolto tre persone ma non è escludibile che le ricerche possano consentire anche ad altri di essere sottoposti ad esperimenti (e risultati) di questo tipo. Tra le persone che hanno beneficiato dell’azione degli elettrodi, c’è pure un italiano.
La tecnologia, che è stata realizzata presso il Politecnico Losanna ma a cui ha partecipato pure l’Istituto Federale svizzero di Tecnologia, in buona sostanza, consente di camminare a chi ha avuto, purtroppo, una paralisi completa. Il meccanismo è quello per cui gli elettrodi coinvolti stimolano il midollo spinale, consentendo il movimento. Come riportato dall’Adnkronos, è plausibile che, dopo lo studio pubblicato su Nature, anche altre pubblicazioni scientifiche a sostegno della novità scientifica emergano in tempi relativamente brevi. Anzi: alcuni studi sono già stati annunciati. E c’è attesa per capire le conseguenze della scoperta scientifica di questa portata. Già si parla di come questa tecnologia possa aiutare nel tempo le persone rimaste paralizzate a causa di malattie, incidenti, traumi e così via. Viene citato il Parkinson. Il fatto di tornare a camminare, per una persona paralizzata, è considerato utopistico ma, quanto accaduto pochi giorni fa, palesa una speranza forse del tutto inaspettata per il mondo esterno alla progressione scientifica. E vi sono anche ovvie conseguenze positive sul piano psicologico da tenere in considerazione.
I racconti delle persone che hanno ripreso a camminare, alcune anche per chilometri, sono commoventi e profondi ma soprattutto lasciano intendere che la riattivazione mediante stimolazione del midollo spinale necessiti di tempo. Si parla, senza troppi fronzoli, della necessità di un vero e proprio allenamento a supporto dell’utilizzo dell’impianto. Una chicca: una persona delle tre sarebbe persino riuscita a tornare in piscina per nuotare.