Così il dottor Matteo Bertelli rilancia la ricerca attorno alle molecole naturali
Che il vaccino del futuro potesse presentarsi sotto forma di spray era un’informazione nota da qualche tempo, ma l’Università di Yale sembra aver dimostrato l’efficacia del suo di spray, che sarebbe appunto un candidato vaccino che potrebbe essere messo a disposizione per contrastare la pandemia da Covid19, che nel frattempo non smette di far parlare di sé.
Dai risultati che sono stati pubblicati su Science Immunology, sembra che il vaccino anti-Covid19 in spray della Università di Yale abbia funzionato nei confronti dei topi, agendo sul primo ingresso delle vie respiratorie. La prima porta, insomma, che il virus incontra per fare la comparsa nel nostro organismo.
A raccontare l’evoluzione del percorso di studi accademico è stata anche l’Ansa che ha riportato le dichiarazioni della immunologa Akiko Iwasaki che ha sottolineato come intervenire sulle prime vie d’ingresso costituisca a suo parere un’arma centrale se non decisiva.
Il tutto potrebbe risultare utile anche nei confronti delle varianti, così come specificato sempre dalla fonte sopra citata. Uno dei temi riguarda l’esclusività: da quanto apprendiamo, sembra di capire che i possibili, futuri ed eventuali vaccini spray potrebbero essere utilizzati in combinato disposto, e non in maniera univoca, per affrontare la pandemia. Questo significa che i vaccini che abbiamo conosciuto sino a questo momento, con tutta evidenza, sono lungi dall’uscire dalla scena.
Se le tempistiche non sono ancora conosciute, quello che si sa riguarda il livello di efficacia: gli esperimenti compiuti sui topi lasciano ben sperare. Ovviamente, la procedura vuole che in caso si debba passare ai test sugli esseri umani. Interessante notare come anche in Italia, e nello specifico presso il Policlinico San Martino di Genova, pari si stia lavorando ad un progetto simile o comunque associabile per linearità scientifica a quello di Yale.