Così il dottor Matteo Bertelli rilancia la ricerca attorno alle molecole naturali
Le varianti spaventano il quadro epidemiologico. Ma la ricerca scientifica italiana è al lavoro per trovare nuove eventuali soluzioni, come nel caso dell’areosol innovativo dei laboratori del Ceinge Biotecnologie avanzate di Napoli. Siamo ancora nel campo della sperimentazione, ma i risultati sembrano promettere bene. Tutto questo, mentre il Covid-19 dimostra di non essere stato affatto sconfitto. In Italia si dibatte sulla possibilità di adottare il Pass sul modello di Emmanuel Macron. Si discute, cioè, se sia necessario introdurre la regola secondo cui alcune attività siano accessibili soltanto alla popolazione che ha deciso di vaccinarsi (e che può dimostrare di essersi sottoposta a vaccinazione). Al netto delle posizioni personali, comprendere se l’Italia adotterà o no un Green Pass per chi intende prendere parte agli eventi, ad esempio, è uno dei temi del momento. E le varianti sono il sottofondo epidemiologico su cui si ragiona. Per questo motivo, si sta anche valutando l’ipotesi di una terza dose vaccinale in grado di coprire le varianti. Per ora si parla soprattutto della Delta. Ma la variante epsilon – come abbiamo raccontato qualche giorno fa – potrebbe costituire un problema maggiore, per via della sua presunta resistenza vaccinale (sulla quale si sta continuando a studiare). Siamo ancora in ballo. E la pandemia non può essere definita superata. Per tutte queste ragioni, ricerche come quella del Ceinge meritano estrema attenzione. Come riportato dall’Ansa, il Ceinge sta cercando di mettere a punto un particolare tipo di areosol che potrebbe essere in grado sia di contrastare il SarsCov2 sia le sue varianti. Al progetto sta collaborando pure un’impresa farmaceutica della Corea del Sud. Stando a quanto ripercorso dall’agenzia sopracitata, l’areosol contiene dei poliposfati che sarebbero stati utilizzati in via sperimentale anche contro il virus responsabile dell’Aids. Gli stessi poliposfati che sembrerebbero poter essere utili anche nei confronti delle varianti virali del virus che ha sconvolto il mondo a partire dalla fine del 2019. Bisognerà capire se e quali prospettive deriveranno dal lavoro dell’eccellenza scientifica napoletana. L’Italia, nel corso di questi mesi, è stata in grado di apportare numerosi contributi ed innovazione in materia di contrasto alla pandemia da Covid-19. La ricerca in oggetto ha trovato spazio presso la rivista Science Signaling.